Anche a Fresno la sveglia suona presto. Affacciandosi dal nostro Motel vediamo il parcheggio semi deserto e il sole che splende già. Osservo la piscina da lontano rammaricandomi di non esser riuscito ancora a fare un bagno di relax. Infatti subito dopo colazione partiamo diretti al Kings Canyon, così imbocchiamo la CA-180 e viaggiamo per un’oretta.
Il Kings Canyon, pur essendo estremamente affascinante, è meno trafficato dai turisti che preferiscono il Sequoia. Sarà a causa della vegetazione similare ma anche il Kings ha un Grant Grove, un agglomerato di arbusti tra i quali spicca il General Grant Tree. Il Generale Grant svetta alto nel cielo con la sua corteccia color terra di siena e una florida chioma verde bosco. E’ così celebre perché ha ben 1700 anni ed è uno degli alberi più alti del pianeta.
Il sentiero adiacente ci guida direttamente al Fallen Monarch, il tronco caduto di un vecchio albero che è talmente grande da poter essere attraversato. Non lontano da lì, vi è conservata anche la vecchia baita di Israel Gamlin che abitò questo luogo chiamandolo casa per lungo tempo. Le grandi sequoie hanno la corteccia spessa ma alcune di esse sono segnate dalla forza prorompente del fuoco che, generalmente, non ha effetti fatali su di loro.


Non lontano dal centro nevralgico di questo parco, si snodano due strade che offrono una vista sorprendente: la prima è quella del Kings Canyon Overlook che si affaccia su una distesa di cime di alberi e sul fiume Hume. l’altra – la Junction View – dista circa 10 miglia, quindi saliamo in auto e percorriamo un saliscendi di vorticose strade asfaltate per attraversare una brulicante montagna desertica. Una volta approdati ci godiamo lo spettacolo e ci mettiamo in posa per uno scatto mozzafiato.
Concluso il nostro giro alla scoperta del Kings, siamo pronti per trascorrere il resto della nostra giornata ad esplorare il ben più grande e celebre Parco Nazionale del Sequoia. Con i suoi 1.600 km quadrati fu il secondo ad essere istituito nel 1890 e al suo interno ospita alberi giganti, maestose montagne e fiabesche radure. Una volta parcheggiata l’auto è facile visitarlo perché il parco dispone di un servizio Navetta.
Dopo un lungo viaggio, un pit stop per fare rifornimento di liquidi e cibo è necessario. In ognuno dei parchi è presente un luogo di ristoro e un supermarket dove poter acquistare beni di prima necessità e un sacco di costosissime chincaglierie.



Il re indiscusso della Giant Forest è senza dubbio il General Sherman Tree che misura quasi 84 metri, ma la foresta ospita altri quattro dei dieci alberi più grandi al mondo. Sono così enormi rispetto a noi che ci entriamo come formiche. Le Sequoie che danno il nome al parco però non sono le uniche cose spettacolari che attirano visitatori da tutto il mondo. Infatti il Crescent Meadows – definita la gemma della Sierra – ospita un prato di felci dall’aspetto incantato e un’incredibile foresta che lo circonda.
Passeggiare è essenziale per esplorare questi luoghi ma un po’ di hiking non manca mai quando si è a piede libero nella natura e così, saliamo ben 400 gradini per raggiungere la cima del Moro Rock e suoi 2050 mt di altezza. Benché le vertigini si facciano sentire, vale la pena poter osservare da lassù la distesa di alberi e il sole che inizia la sua lenta discesa estiva.


Prima che sia troppo tardi ci rimettiamo in viaggio diretti a Bakersfield. Lungo la strada ci sorprende un paesaggio ancora più bello di quelli visti fino ad adesso. Ci troviamo davanti una vera e propria valle incantata. Osserviamo rapiti montagne desertiche con le sfumature del cachi, una terra pianeggiante di un verde luminoso e il lago Kaweah che le attraversa. Ci fermiamo per catturare questa natura sorprendente con la nostra fotocamera.
Più tardi a Bakersfield ci aspetta un economicissimo motel con sorpresa. In questa tappa abbiamo contenuto così tanto il budget che la notte di relax, si rivelerà un vero incubo. Per fortuna che poche ore più tardi saremmo partiti alla volta della famigerata Death Valley.
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