Dopo la splendida esperienza giapponese, scegliamo un’altra meta asiatica meno battuta dal turismo occidentale e ancora tutta da scoprire. Prendiamo un volo diretto in Corea del Sud, dodici giorni per visitare tre città: Seul, Busan e Gyeongju.
SEOUL
Dopo essere atterrati all’Aeroporto Internazionale Incheon di Seoul, ci immergiamo in questa megalopoli ricca di modernità e storia. I grattacieli e i grandi palazzi si dipanano da una sponda all’altra del fiume Han e le ampie strade sono popolate da negozi e gli oltre 9 milioni di abitanti si incontrano e si scontrano nel viavai quotidiano – intenti a fare shopping ad ogni ora del giorno. Le 22 linee della metro disegnano un’ampia mappa immaginaria intrecciandosi per metri sotto il suolo, percorrendo lunghe tratte e raggiungendo le oltre 600 stazioni. Tutta la modernità che svetta verso il cielo però, ha lasciato spazio al passato, infatti nel cuore delle aree commerciali non è insolito imbattersi in eleganti templi e pagode con i vividi toni del rosso, l’arancione e il verde.
Il nostro economico hotel è situato nel vecchio quartiere russo dove le piccole vie sono disseminate di ristoranti e insegne bilingue, e non lontano da lì sorge la splendida Dongdaemun Design Plaza firmata da Zaha Hadid. Nella piazza troneggia una mastodontica struttura neo futurista con forme levigate e argentee, un ampio parco e spazi espositivi. L’enorme DDP è circondata da grandi strade, mercatini stradali, enormi centri commerciali e i resti delle antiche mura della città.
La prima mattina dopo il nostro arrivo scegliamo di tuffarci nella storia coreana, iniziando dall’antico palazzo di Changdeokgung e dai suoi Giardini Segreti. L’aria gelida è riscaldata dal sole e la vegetazione è tipicamente invernale ma conserva alcune foglie rosse dell’autunno conclusosi in ritardo. Percorriamo i giardini avvolti nel silenzio, ascoltiamo le interessanti storie narrate dalla guida (obbligatoria) mentre noi scattiamo qualche foto. Proseguiamo approdando nell’antico villaggio di Buckcheon, un piccolo dedalo di viuzzole nelle quali sono conservate le abitazioni di un tempo, alcune ancora abitate e aperte al pubblico. Ci destreggiamo tra i numerosi turisti intenti a scattare foto della suggestiva vista di cui si gode dalla stradina che divide l’Hanok village e curiosiamo silenziosamente nei dintorni cercando di rispettare la privacy degli abitanti. Quando arriva l’ora di pranzo ci fermiamo da Abiko Curry e poi gustiamo degli ottimi bomboloni nella mini – – caffetteria Knotted Cafè che li serve in un packaging davvero pop.
Continuiamo con la scoperta del coloratissimo tempio Jogyesa costruito nel 1910 come simbolo dell’indipendenza del buddismo coreano. Esso sorge nel cuore pulsante della zona di Insadong – perfetta per una pausa caffè e per lo shopping. Poi arriva il momento di perdersi lungo l’affollatissima arteria principale del celebre quartiere di Gangnam – tra negozi, fashion victim e stradine congestionate di passanti e auto. Vorremmo vederla tutta ma la nostra KakaoMap ci segnala che l’area è talmente grande da dover risalire sulla metro più volte per raggiungere le altre zone.
Nelle poche ore di permanenza in città abbiamo già adocchiato alcuni usi e costumi tipicamente coreani. Capiamo che, per essere trendy, basta indossare un piumino possibilmente lungo al polpaccio, acconciare la frangia con un grande bigodino comodamente seduti in metro, rifarsi il trucco in pubblico e avere sempre a portata di mano una mascherina anti-influenzale. Se vuoi davvero essere IN devi anche ricorrere alla chirurgia estetica, amare alla follia gli Idol del K-Pop, sfamarti con soffici e burrose cake all’americana o piccantissimo Kim-Chi, bere latte in ogni sua forma e abusare di prodotti per la cura della pelle.
La sveglia suona presto e le temperature si abbassano sotto gli 0 grandi, risalendo solo nelle ore centrali della giornata ma, trattandosi di un freddo senza umidità, ci abituiamo velocemente. Raggiungiamo la collina di Namsan per visitare il secondo villaggio antico che, conservato con cura, permette di immaginare la vita quotidiana di un tempo. A pranzo scegliamo MADE. Per raggiungerlo prendiamo una metro diretta nel quartiere super-trendy e cosmopolita di Apgujeong – qui si trovano numerosi ristoranti alla moda, in stile occidentale e gli store di brand di lusso.
Nel pomeriggio visitiamo il Coex Mall e la splendida Starfield Library, una futuristica biblioteca moderna posizionata nel cuore del centro commerciale e nella quale si possono consultare gratuitamente libri e riviste. A pochi passi dal mall sorge un altro splendido tempio buddista, quello di Bongeunsa. Tra litanie e silenzi, la statua di Maitreya, che osserva la città, si erge per 23 metri illuminata dalla fievole luce delle candele e circondata da numerose statue di Buddha. Sul far della sera, l’atmosfera è incredibilmente suggestiva. L’ultima tappa della giornata è il quartiere di Myeongdong nel quale è situata una delle cattedrali cattoliche di Seoul. La Cattedrale omonima, illuminata da una distesa di fiori luminosi, ci dà il benvenuto nella strada impegnatissima tra bancarelle di cibo e prodotti falsi, monomarca e catene low-cost, neon luminosi e musica incalzante – rigorosamente K-Pop. In un locale dal nome in soli caratteri coreani, ordiniamo puntando il dito su un menù con sintetici cenni in inglese per cenare con piatti della cucina tipica.
Mentre fervono i preparativi per l’ultimo dell’anno, noi ci teniamo impegnati con la visita al National Museum of Seoul e alla sua architettura minimale nei toni del grigio chiaro che fa pendant con il cielo, con l’enorme palazzo Gyeongbokgung pieno di turisti in tradizionali abiti coreani e con la splendida architettura vitrea e collinare della Ewha Woman’s University. Complice la luna e un cielo lilla, rimaniamo ammaliati dallo skyline che si staglia tra le vetrate della più grande università femminile del mondo.
In pausa dalle nuove scoperte ci sediamo ai tipici tavoli bassi per gustare i celebri ravioli di Koon Kyoja. Questo ristorante tradizionale a conduzione familiare serve prelibatezze locali dal 1966, noi ci riscaldiamo con ottimo te verde, frittelle e dumplings di verdure con piccantissima salsa kim-chi. Benchè il ristorante sia nascosto in una piccola via di Myengdong, intorno a se ha interessanti gallerie d’arte e atmosfere reminiscenti di un affascinante passato. Più tardi, quando il freddo inizia a diventare pungente ci spingiamo verso Cheonggyecheon, il lungo fiume sul quale galleggiano le luminarie natalizie. Un vero e proprio spettacolo di luci e musica tra arcobaleni, ispirazione scandinave e riferimenti Pop.
Il cielo è limpido e prima di lasciare Seoul dobbiamo assolutamente salire in cima alla Lotte Tower dal quale è possibile vedere l’intera città dall’alto. Il costoso biglietto e i 3 minuti per salire ben 123 piani danno il capogiro, la vista è bella ma rimaniamo più soddisfatti di quella splendida distesa di palazzi bianchi osservati dalla cima della collina su cui sorge la N Seoul Tower. L’orologio corre veloce alle 24.00, assistiamo allo scattare del nuovo anno con i luminosissimi fuochi d’artificio della piazza del Coex Mall. Con la musica live e una folla pacata ma festosa, ci godiamo i festeggiamenti per dare inizio al 2020.
Abbiamo preso centinaia di metro, percorso infiniti km e perso la strada molte volte. Abbiamo comprato maschere per il viso, mangiato quantali di dolcetti buoni e kawaii, ci siamo persi nelle corsie dello stationery shop ArtBox e acquistato cavolate di BTS, Black Pink e SuperM.
Nonostante i giorni trascorsi a Seoul siano volati, il 1° Gennaio 2020 ci svegliamo carichi per la nostra prossima meta, così saltiamo su un treno diretto a Busan – una “piccola” metropoli affacciata sul mare.
NEXT STOP > BUSAN
INFO UTILI
Volare a Seoul: Su Expedia abbiamo trovato l’offerta che faceva al caso nostro. Il costo di un volo di linea non è molto economico ma, partendo per tempo, è possibile risparmiare. Noi abbiamo volato in Economy su un comodissimo aereo della Korean Air.
Muoversi in città non è affatto semplice perché si tratta di una metropoli con molte zone d’interesse davvero distanti tra loro. A piedi sono irraggiungibili e in metro servono a volte tra i 30/50 min. Per questo è essenziali munirsi delle metro-card e della utilissima Kakao Map. In Corea del Sud Google Maps non funziona e per spostarsi, raggiungere i luoghi d’interesse e uscire dalla giusta uscita, avere la Kakao Map App sarà l’unica vostra via di salvezza. In alternativa chiedete ai coreani sono gentilissimi e parlano bene la lingua inglese.
Il Costo di Cibo e Co. è davvero accessibile. Ovviamente stiamo parlando di luoghi comuni, catene e alcuni dei luoghi più trendy in città. Il costo può partire da un buon pasto completo a 8€ fino a 25€ a testa. Come al solito i luoghi tradizionali, frequentati dai locali sono tra i più economici. Attenti alla salsa piccante, però!
Le Temperature di Dicembre/Gennaio sono piuttosto rigide e possono variare da 7/8° fino a scendere ben oltre i -15°. La cosa positiva è che si tratta di un freddo secco e quindi, coprendosi bene, è possibile trascorrere l’intera giornata fuori senza soffrire troppo il gelo. Il piumino è un supporto validissimo e molto di moda tra i coreani.
Quanti giorni in città? Noi abbiamo trascorso qui circa 6 giorni. Le cose da vedere sono tantissime e, complici le distanze, è necessario avere abbastanza tempo. Se andate di fretta anche 4 giorni potranno bastare.
Dove dormire? Il costo degli Hotel varia molto. Noi abbiamo abbiamo soggiornato in una K-Guesthouse di Dongdaemun molto low-cost. La nostra mini stanza un po’ vetusta ma pulita, era comoda e funzionale con mini wc/bagno/doccia incluso. Il pernottamento prevedeva una colazione basica ma sufficiente e il costo per 5 notti è stato di soli 213€ (a coppia). Una buona dose di spirito di adattamento è necessario!
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