Non potevamo resistere alla tentazione di partire e così, con un sacco come bagaglio e solo qualche cambio necessario, saltiamo su un treno diretto ad Amsterdam. Con pochi euro organizziamo alcuni giorni in giro per l’Olanda.
ROTTERDAM
La prima volta in città e l’aspettativa è tanta. Leggendo i piccoli cenni della guida era facile apprendere che Rotterdam è una città futuristica, ricca di architettura moderna e vere opere d’arte urbane. Appena arrivati passeggiamo per il centro della città. Ad attenderci ci sono un cielo grigio e un vento gelido. Noi ci perdiamo tra i negozi ancora chiusi, ma passeggiando avvistiamo i primi edifici e monumenti: l’elegante Stadhuis e l’imponente chiesa di St.LaurenKerk che si affaccia su un’ampia piazza dove sorge la statua del famigerato Erasmo da Rotterdam.
Pulita ed elegante, Rotterdam si divide in tre zone: il Centro, il Museum Park e il WaterFront affascinante zona che ha una sommaria somiglianza con la Grande Mela Newyorkese, da qui il soprannome Manhattan on the Maas. Tra i grattacieli e gli edifici storici è facile incontrare opere d’arte come le Kijkkubus, case dalla forma esagonale datate 1977, che sorgono nella zona di Blaak. A pochi passi si trovano Bagels&Beans – un delizioso slow-food ecosostenibile con prelibati tea, deliziosi bagel salati e dolci muffin – e Vapiano, ristorante italiano con pasta, pizza e dolci.
Passeggiamo ancora quando una terribile pioggia ci coglie impreparati. Con l’ombrello malmesso rimaniamo bloccati tra i due eleganti ponti contemporanei, quello color porpora di Willemsbrug e quello argenteo di Erasmusbrug. Ci spingiamo oltre il ponte di Erasmus per arrivare al Waterfront, dove i numerosi grattacieli incorniciano la vista del cielo dal basso. Ci sono appartamenti monumentali, edifici specchiati e ci spingiamo fino al vecchissimo New York Hotel che guarda verso il porto. Vicino ad esso sorgono il Museo della Fotografia, vecchie raffinerie e case portuali dismesse. Risalendo ci imbattiamo nel Drijvend Paviljoen, Expo visionario simile a palloni da calcio che galleggiano nelle acque del porto.
Quando arriva il momento dei musei, siamo indecisi sul da farsi. Finiamo per scegliere quelli di Are Contemporanea. Poi ci addentriamo al Kunstahall Rotterdam dove siamo ammaliati da una retrospettiva del MAMA – galleria sperimentale e trampolino di lancio per artisti emergenti sin dagli anni 90. Costeggiamo il parco e arriviamo alla Chabot House.
La guida ci consiglia un pranzetto da American Bakery nella zona museale, dove sorgono i musei Witte De With, Tent e Mama. Veniamo rapiti dal travolgente progetto cartografico dell’artista Qui Zhijie, che riunisce la storia del mondo secondo pensieri, filosofie dal Confucianesimo all’Illuminismo in diagrammi narrativi e visionari.
La città conserva ancora un quartiere antico, non distante dal centro. Saliamo sulla tranvia che ci porta al Delfshaven, porto del 1389 – che se pur rinnovato – conserva il fascino di piccola cittadina che sorge lungo le acque del Mosa sulle quali troneggia un vecchissimo Mulino a Vento. La sera prima della nostra partenza ceniamo per caso da Burger Trut, hamburgheria sperimentale che sorge tra fatiscenti gallerie d’arte, con un menù d’avanguardia ed ha un’atmosfera da bistrò e l’assetto di un Loft. Ci gustiamo il nostro “Big in Japan” vegano con crema di Wasabi e beviamo una Fritz-kola. Subito dopo decidiamo di affacciarci ancora sul Mosa per guardare i grattacieli illuminati sul far della sera. Visitiamo la Het Witte Huis e salutiamo malinconici tutta questa architettura imponente che fa sembrare Rotterdam un museo all’aperto.
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