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Se Questo Mare Potesse Parlare….

If This Sea Could Talk

Il ritorno è sempre un momento estremamente significativo.

Quello che stavo per fare, era un ritorno in un luogo dal quale sono stato lontano per ben 12 anni. Tutto è rimasto invariato: i posti dove trascorrevamo i pomeriggi pre-spiaggia, il bar al quale fregavamo caramelle e il laghetto torbido dove credevamo la notte succedessero macabri misfatti e stregoneria. Tutto, tranne io.

Abbattuto la spicciola psicologia che mi teneva prigioniero di me stesso, ho affrontato il bimbo che quell’estate di 12 anni fa, si era rifiutato di rimanere al mare più a lungo di un giorno, stanco di dover giustificare i suoi pantaloni lunghi e gli scarponi e il non utilizzo di costume, fucile, pinne ed occhiali.  Per tutti ero strano. Per me ero solo IO, spaventato dal giudizio degli altri.

 

Le prime ore sono state difficili, non tanto per le mie paranoie del passato, ma perché la cara nonna (la stessa che rivela i tuoi segreti ai parenti che incontri sporadicamente – leggi qui) ci ha costretti a montare la roulotte, da soli, per non dover spendere i soldi del montaggio. In meno di 3 lunghe orette, avevamo montato tutto e ci apprestavamo a mangiare – sapevamo già come trascorrere il resto del pomeriggio.

Arrivati sulla spiaggia abbiamo cercato il posto più adatto, uno che ci permettesse di prendere il sole e che avesse anche un minimo di ombra per ripararsi dal caldo cocente, ma soprattutto lontano da un simpatico individuo baffuto e simil-Hulk Hogan – ormai centenario – che ha il maledetto vizio, di rendere tutti partecipi delle stronzate che dice durante tutta la sua permanenza spiaggistica.

La sera, esausto, sono andato a letto, peccato che la mia roulotte non sia un albergo a cinque stelle dove sta solitamente Paris e così ho dovuto dividere il sonno con mia madre. Nel bel mezzo della notte ho percepito di essere indolenzito e di esser rimasto per lungo tempo in una posizione evidentemente scomoda, così aprendo gli occhi, ho capito che non era casuale la mia locazione – schiacciato contro il finestrone laterale – mia madre, mi ci aveva costretto dopo aver occupato il centro del letto. Trauma.

 

Alle 7.00 in punto, avevo azionato la sveglia, volevo visitare il mare in totale solitudine e poter godere di quelle memorie che appartenevano solo a me e al bimbo di 12 anni fa, del silenzio, dell’acqua che bagna la spiaggia deserta e in compagnia  della sola presenza di qualche amante del jogging o della pesca.

Splendido, splendente mi sono incamminato verso la spiaggia con il mio ipod nelle orecchie, con  musica melò che mi ha guidato alla scoperta di un nuovo me, mentre i demoni del passato riaffioravano a galla.   Eccomi lì, solo.

Era arrivato il momento di fare i conti con il passato e trovare una collisione con il me del presente. Qualche scatto ed una scomoda passeggiata tra i puntuti sassoletti sparsi per tutto il bagnasciuga, con i piedi doloranti e la testa affollata di pensieri ho deciso di sedermi ed interrogarmi sul motivo per cui tutti vivono una vita senza grandi differenze, programmati come un destino inesorabile o un orologio a batteria – senza esitazione fanno domande scontate – sull’auto, la fidanzata, il lavoro – che ti collocherebbero automaticamente nel dimenticatoio massificato dei “tutti-uguali” se tu decidessi di rispondere con un demotivamente “si o no”. Perché non mi chiedono che musica ascolto, qual è il mio artista preferito o l’ultimo libro letto per capire chi sono diventato IO e non quanto sia uguale a tutti gli altri.

Ho solo paura di non essere uguale a tutti gli altri? E se fosse, vorrei veramente esserlo?

 

Più tardi nuovamente in spiaggia a prendere il sole, ho potuto godere della nauseante compagnia di una bimba saccente che in compagnia di alcuni amici, aveva deciso di scavare una buca, costruire castelli e rompere le balle pochi centimetri più in là – da dove mi trovavo io – sicura di se e Paris-amente gasata con indosso un costumino all’ultimo grido firmato “WITCH”, gironzolava intorno ai due bimbi affaticati, ripetendo molteplici volte di avere un numero superiore a 100 secchielli e palette – come Carrie Bradshaw elenca la sua collezione di scarper Blahnik. Sfruttava le sorelline gemelle, intimando loro di andarle a prendere della nuova acqua da investire nelle sue costruzioni di sabbia multimilionarie. 

Benché con la volontà di calciarla più lontano mi fosse possibile, dato che si trattava di una boriosa ragazzina logorroica, ho trattenuto il calcio e ho ascoltato tutto ciò che aveva da dire. Con rinnovato sentimento, ho deciso di ascoltare della musica….

Il tempo era passato in fretta e il pomeriggio di domenica era stato caratterizzato da un’afa mortale e da nuvoloni in stile Londra, poco sole più tardi ed un libro finito dopo, era già l’ora di farsi una doccia, mangiare e tornare e casina. Rinnovato? Forse si, forse no…ma sicuramente con una carnagione più beije che bianca, alla quale sono abituato da una vita.

 

 

 

 

9 commenti su “Se Questo Mare Potesse Parlare….”

  1. mi piace il tuo blog!!!!….ma devi spiegarmi cm mettere le immagini così grosse….io nn riesco….!!!!! un consiglio…..uso + colori…..almeno è + bello…..poi fai cm vuoi!!!!!se vuoi passa dal mio!!!!

  2. devo necessariamente ricambiare i complimenti, oramai sembriamo due comari del tipo "sei più brava tu" e l\’altra "noooo, sei più brava tu".
    Purtroppo, i dubbi che hai tu, sono largamente condivisi, tutti vorremmo essere speciali, non essere necessariamente immobilizzati in uno schema simile a un compartimento stagno, la realtà però, è impietosa e concede a pochi il lusso di raggiungere questo modus vivendi, ciò non toglie il fatto che possiamo sempre ritagliare all\’interno del mondo reale o virtuale che sia, la nostra piccola nicchia privilegiata dove essere noi stessi e preservare la nostra vera essenza.
    Per quel che riguarda la domanda che ti sei posto nel commento che mi hai lasciato, dove ti chiedevi se esistesse un miracolato che non avesse dubbi, beh, posso assicurarti che no, non esiste e che, no, non si può vivere senza di essi.
    Lo dico con questa sicurezza perchè ho amici appartenenti a differenti ambiti della società, diversissimi tra di loro e probabilmente, proprio quelli che agli occhi degli altri possono apparire come quelli che di dubbi non ne hanno, sono in realtà quelli che di dubbi ne hanno il doppio degli altri.
    Ma il discorso è molto lungo, perciò, mi fermo qui, ma non prima di dirti che secondo me sei davvero un ragazzo dolcissimo e sappi che non è nella mia indole dire cose del genere alle persone.
    Ciao miky passa una buona giornata e cerca di fugare un po\’ dei tuoi dubbi.
    Bacio Vì

  3. C iao grazie mille per essere passato a trovaarmi, ricambio molto volentieri la visita.
    Vedo che ti piace viaggiare….beh siamo in due allora.
    Un abbraccio

  4. Ciao Mik..  ho letto il tuo bittersweet resoconto…
    Riguardo all\’essere tutti copie carbone .. fatti in serie..replicanti..metitla come vuoi… credo che a volte sia il modo di vita piu\’ semplice  e piuì comodo… ti metti li\’..tranquillo..il grande fratello decide e tu devi solo..stare li in fila col carrello del supermarket..e riempirlo con i prodotti delle marche giuste…. E\’ sicuramente piu\’ incasinante vivere con i propri dubbi..con la propiria unicita\’… con i propri demoni e i propri spiriti di luce… Sono un po logorroica stamane… Ciao Mik..passa una buona giornata .. grazie per le tue parole..e passa quando vuoi..a presto.. Elisa

  5. Beh  siamo tutti ugali nella misura in cui tutti "funzioniamo" allo stesso modo, ma esistono mille e mille modi di rendersi personali e tu, mi pare, che di personalità ne abbia. 😉
    Questi momenti capitano e tutto sommati ci vogliono per farci riflettere e capire che non vogliamo essere massa, ma vogliamo essere persone.
    L\’incontro scontro col passato aiuta a rivedere come eravamo, come siamo e come vorremmo essere. Deve servire da stimolo e penso che tu lo abbia fatto con queste intenzioni.
    Anche io detesto le bambine logorroiche, ma c\’est la vie!
    Ciaü! =)

  6. belle le foto del mare, non le avevo viste, mi piacciono davvero tanto…molto carina quella dell\’ombra "on your breast" 😉

  7. A parte la carnagione bianca, che al massimo diventa beige nei momenti di massimo  impegno, che condivido con te assolutamente, adoro il tuo modo di scrivere, che rende qualsiasi cosa che fai assolutamente unica e personalissima. Mi sembra di viverti, mentre ti leggo.
     
    Come vedi mi sto leggendo tutto il tuo blog, cosa che mi ripromettevo di fare da tempo….

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