Il sole splende in cielo. Sono appena le due di pomeriggio e siamo arrivati a San Francisco. L’aria è calda, la città affollata e siamo circondati da negozi, barboni e palme. Ancora più lontani da casa e pieni di entusiasmo. Facciamo a piedi la Powell St., con i nostri bagagli straripanti per arrivare a Union Square sulla quale si affaccia il nostro Hotel – a due passi da Tiffany&Co., Neimann Marcus, Saks Fifth Avenue e molti altri. Siamo approdati nel paese delle Meraviglie!
Dopo il pranzo furtivo da Burger King ci lanciamo alla scoperta dei negozi. Siamo circondati – sono ovunque, grandi, sbrilluccicanti e ricchi di capi da sogno. Sopratutto ON SALE! Strisceremmo la carta ogni secondo ma poi la stanchezza e il buon senso ci bloccano – sempre o quasi – sul più bello. Scende la sera e l’unico desiderio è fare la Doccia e andare a Nanna.
La mattina seguente saltiamo sul CableCar e facciamo tappa tra le cianfrusaglie di ChinaTown, tra gli eleganti grattacieli del Financial District dove troneggia il Transamerican Pyramid, poi ci fermiaro a fare qualche foto all’Oceano dal San Francisco Ferry Terminal. Trascorriamo il pomeriggio al Fisherman Wharf dove il rumore del mare e il suono dei gabbiani riempie la quiete tutta intorno a noi. Pranziamo al sole e girelliamo tra i negozietti di Ghirardelli Square, assaggiamo cioccolata alla menta e cannella e passeggiamo sulla spiaggia bagnata dall’oceano.
Il tea diventa la nostra cena preferita e la Lemon Cake di Starbucks il breakfast ufficiale. La temperatura è accaldata e noi trascorriamo la mattina tra le molteplici curiosità architettoniche del Golden Gate Park, il museo eco-sostenibile di Renzo Piano, il Japan Tea Garden e i suoi templi, lo Shakespeare Garden dove i salutisti praticano Yoga e i grandi campi da fooball che ci guidano lungo Height Ashbury il quartiere più Hippie dell’intera città.
Le strade saliscendi sono grandi e costeggiate da tipiche case vittoriane dai colori stravaganti che ricordano l’influenza dei primi visitatori europei e gli anni sessanta, quelli del grande cambiamento e degli Hippie. Percorrere le ripide vie è faticoso, a volte impossibile se si devono percorrere lunghe distanze, quindi saliamo sul bus e scendiamo nel quartiere Gay, Castro. Vediamo le bandiere arcobaleno sventolare dalle case, la Harvey Milk Plaza, i bistrò e i negozietti ad alto contenuto homoerotico. Non lontano visitiamo Mission Dolores, la più antica chiesa di San Francisco e poi camminiamo così a lungo da trovare l’abitazione di Janis Joplin e Alamo Square dalla quale vediamo l’intera città dall’alto. Siamo sopraffatti dalla vista davanti a noi. La sera facciamo tappa allo SFMOMA. Arte moderna e contemporanea e interi reportage fotografici di Cartier Bresson che immortala la storia del mondo e quella di Hollywood. Fuori l’aria è calda e la luna risplende.
Il mercoledì partiamo per una gita fuori porta a Monterey e Carmel. Monterey è la tipica cittadina di mare, col suo porto e il conservificio. Carmel è piccola e ricca di Negozi tipici e firmati. In viaggio vediamo la costa californiana dove le correnti oceaniche si infragono l’una contro l’altra, facciamo qualche foto al Lone Cypress Tree che cresce solitario sopra le roccie a picco sulle acque gelide. Passiamo da Santa Cruz e vediamo le distese di campi di fragole. Ma a tarda sera siamo nuovamente in Città e sentiamo di aver sbirciato più a fondo nelle terre della California.
Priscy continuava a sognare ad occhi aperti perso tra la città e i ricordi di Streghe, con i quali era cresciuto ed io facevo lo stesso, cercando in lungo e in largo l’abitazione di Party Of Five. Continuiamo il pellegrinaggio per la città dove ogni spunto è sempre coinvolgente da JapanTown e le chincaglierie Giapponesi, a North Beach e i suoi ristoranti Italiani, da CowHollow con numerosi negozi e deliziosi Bristrò fino ad arrivare a Marina District e la vista sul Pacifico. Pranziamo osservando l’acqua e il Golden Gate Bridge non lontano da noi, passeggiamo lungo il laghetto del meraviglioso e antico spazio espositivo Place of Fine Arts e poi torniamo a passeggiare per le vie del centro. Domenica mattina, il penultimo giorno, scoviamo la casa di Party Of Five con la mia estrema felicità e il sollievo di Priscy. Poi ci godiamo il Golden Gate Bridge con una passeggiata da togliere il fiato e facciamo il Brunch nel quartiere di Cow Hollow, sotto il sole cocente della una. Sono quasi 27 gradi in pieno Novembre con le vetrine addobbate per le feste e gli alberi di Natale nel centro delle piazze – sembra impossibile ma è tutto vero.
Il sole continua a splendere fino a tardo pomeriggio quando visitiamo gli Yerba Buona Garden, uno spettacolo architettonico e naturale. Siamo ad un passo dalla fine di questo viaggio e l’unica cosa certa è che non vorremo già fare ritorno. Non ancora. Le ultime ore del giorno seguente le trascorriamo al Fisherman Wharf per salutare ancora una volta i Leoni Marini al Pier 39, mangiamo al ristorante italiano e poi aspettiamo di partire a Union Square.
Siamo senza fiato, rinnovati e sempre più innamorati. Ci sembra quasi di aver visitato l’America in lungo e in largo ma ne abbiamo visto solo un piccolo pezzo. Vorremo restare e continuare a scoprirla. Ci mancano già New York City e le sue luci, Boston e la sua eleganza e senza dubbio lasciamo un pezzo di cuore a San Francisco perchè ci ha tolto il fiato e perchè un po’ ci sentiamo già California Gurls.
Il tempo è finito e i soldi anche ma siamo pronti a partire con due bagagli in più.
Infine partiamo e si torna a casa.


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