Rimettendo a posto vecchi DVD, ne ho ritrovato uno che conteneva molte foto. E così ho fatto un salto indietro nel tempo.
Primavera 2006, Cuba. Non ne sapevo molto e mi lasciai convincere dalle parole di una vicina di casa che ci andava spesso, così comprammo un biglietto e partimmo per due settimane indimenticabili. All’epoca vissi con difficoltà alcuni momenti poiché da 13 anni non trovavo il coraggio di togliermi i vestiti per godermi la sabbia, il sole e il mare. Avevo soli 23 anni, un po’ di Kg di troppo e in un’avventura inaspettata, a più di 8.000 km da casa, ripresi in mano la mia vita.
Con un gruppo di viaggiatori percorremmo Cuba in lungo e in largo. L’Avana, Trinidad, Viñales, Villa Clara, Cienfuegos e molti altri luoghi. Benché la mia memoria faccia sempre cilecca, rimane in me il vivido ricordo della natura selvaggia, delle città fatiscenti e delle notti trascorse nelle Case Particular di Trinidad. Riecheggiano ancora le melodie malinconiche inneggianti a Che Guevara, il profumo deciso delle piantagioni di tabacco, l’atmosfera unica de “La Bodeguita del Medio” e lo stupore nell’osservare il “Murales della Preistoria” sulle rocce del Parco Nazionale di Vinales.
Il caldo avvolgente, il gusto delizioso del platano fritto e gli sguardi e i sorrisi della gente. Povera ma ricca allo stesso tempo. E il Primero de Mayo passato sotto il sole cocente ad ascoltare l’ultimo discorso di Fidel Castro. Lontano dalle mie ideologie apolitiche e dalle mie aspettative, il viaggio si rivelò un percorso introspettivo, complesso e illuminante. Ancora oggi ne ricordo la bellezza… nell’attesa di tornare, un giorno.