Vai al contenuto

Israele | GERUSALEMME

Passeggiare per Gerusalemme, significa realmente passeggiare a stretto contatto con la storia dell’umanità e finalmente possiamo farlo. Scesi dal treno ci dirigiamo al nostro hotel per poi dedicarci alla scoperta di questo luogo magico.

La prima tappa obbligatoria è senz’altro la città vecchia raccolta in alte mura e ricca di piccole stradine che si intrecciano, su di esse si affacciano venditori di prodotti artigianali e chincaglierie.  Distratti dallo sbrilluccichio che ci circonda, ci mettiamo un po’ per districarci tra le viuzze senza perdere traccia delle insegne che ci guidano verso la meta. 

Il Muro del Pianto, luogo sacro per il giudaismo da oltre duemila anni, si erge imponente davanti a noi e si estende per 488 metri. Le grandi pietre che lo compongono sono interrotte visivamente da fedeli in abiti scuri e vistosi copricapo, li osserviamo in silenzio mentre pregano, scrivono biglietti che fanno scivolare tra gli spiragli delle possenti pietre e si muovono ondeggianti pregando. I credenti si susseguono e si avvicendano prendendo posto su scomode sedie per la preghiera. Pile di torah sono accatastante ordinatamente sugli scaffali e sui tavoli, non mancano neanche i classici kippot – copricapo – on the go per visitatori e turisti.  Ci guardiamo attorno incuriositi, osserviamo ancora nel tentativo di comprendere – o almeno assaporare – un po’ di quella religiosità che non ci appartiene. 

Gli ortodossi in città sono molto osservanti sia nelle loro abitudini, sia nel loro abbigliamento. Uomini, donne e bambini vestono in maniera ordinata e molto casta. Le donne indossano parrucche, gli uomini hanno barba lunga e boccoli che incorniciano il volto. Ovviamente in città non mancano ristoranti Kosher, c’è persino un McDonald’s a tema.

Continuiamo a girellare prima di attraversare il ponte che ci porta alla Moschea musulmana Al-Aqsa appollaiata su un alto colle, il più alto del territorio conteso tra Israele e Palestina e il più vicino a Dio. La cupola dorata è splendente nonostante le nuvole bianche che la contornano. Il suo aspetto mescola culture e stili architettonici che ripercorrono numerosi secoli. Nel grande piazzale ci sono numerosi fedeli che si apprestano alla preghiera, altri bivaccano in relax circondati da edifici antichi e colline brulle.  In lontananza si vede la celebre collina che ospita il Monte degli Ulivi.

Passando dal centro città alla Moschea, si ha l’impressione di essere trasportati nel tempo, in due dimensioni che coesistono. Lasciandoci alle spalle l’area musulmana, girelliamo ancora un po’ in cerca di un ristorante consigliato dai local e dalla guida: Lina – un ristorantino piuttosto spartano che serve hummus, falafel e altre prelibatezze della cucina locale. I ricchi sapori del luogo ci conquistano e ci alziamo da tavola sazi e sodisfatti.

Il pomeriggio lo dedichiamo a visitare la Basilica del Santo Sepolcro, dove è morto Gesù. E’ grande e articolata nei suoi diversi spazi che mescolano stili architettonici diversi a testimonianza delle varie evoluzione storiche alle quali la chiesa è stata sottoposta. Anche qui non mancano stuoli di fedeli desiderosi di pregare Gesù Cristo e strofinare panni sulla pietra sulla quale è stato poggiato il suo corpo morente. Si inginocchiano e si avvicendano in preghiera nel tentativo ottenere qualche sorta di miracolo. Tutto questo è affascinante da un punto di vista folcloristico, rimane incerta la reale radice di tale fede cieca. Non siamo qui per giudicare e osserviamo tutto con estrema curiosità.

Quando il sole inizia a calare sulla città vecchia, noi attraversiamo la Porta di Damasco tra la folla dei locali impegnati nella compravendita di oggetti, cibo, frutta e verdura nel mercato di strada che ci guida fino ai piedi del noto ingresso alla città.  Avviandoci verso il centro ci fermiamo nel nuovo quartiere Mamilla Mall ricco di gallerie d’arte e negozi. Ci sono ristoranti affacciati sulle colline dai quali si gode di uno splendido tramonto che sottolinea lo skyline di Gerusalemme. Per merenda ordiniamo deliziosi dolcetti e caffè nella storica pasticceria Roladin.

Il giorno seguente, dopo una piccola gira fuori porta, torniamo in città e a pranzo ci sediamo ai tavolini del ristorante georgiano Hachapuria. Il piatto ricco soddisfa le nostre aspettative: i nostri occhi e il nostro palato.  Subito dopo ci perdiamo nel mercato centrale Mahane Yehuda dove si possono gustare i dolci più buoni in città. Nel pomeriggio continuiamo a girellare alla scoperta della città.

La sera ceniamo in compagnia di nuovi amici italiani trovati durante una girata nel deserto. Scegliamo un ristorante frequentato da festosi ortodossi, quindi rigorosa cena Kosher con abbondanza di piatti e piattini, vino, cibo a volontà e chiacchiere. Senza rinunciare all’atmosfera festosa che si respira qua dentro. 

Il venerdì mattina ci spingiamo fino al Yad Vashem – il Museo della Memoria – dove trascorriamo meno tempo di quanto sarebbe necessario per scoprire tutta la crudeltà vissuta dagli ebrei. Interviste, reperti e un’attenta ricostruzione degli avvenimenti sono allestiti all’interno di questo spazio dal design minimal e futuristico che guarda le colline. Il giorno di Shabbat sta per arrivare e tutte le attività, inclusi i trasporti, chiuderanno fino alle ore 18 di sabato. Ci spostiamo nel quartiere di German Colony, un quartiere residenziale con un lungo marciapiedi sul quale si affacciano ristoranti, giornalai e fiorai.  Noi ci sediamo da Caffit, un ristorante super trendy e affollato nel quale ordiniamo un pasto occidentale. Nel tempo necessario a ingerire la nostra caesar salad,  negozi, ristoranti e l’intera strada si svuotano e quando approdiamo in centro troviamo davanti a noi uno scenario apocalittico. Per strada non c’è più nessuno, trannealtri turisti come noi.

La sera il silenzio regna sovrano, fuori nessuno rumore. Nessuna auto percorre le strade ormai deserte per lo shabbat.  Non credendo davvero che tutto chiudesse, troviamo rifugio solo in un McDonald’s aperto nelle vicinanze del nostro hotel. 

La mattina la sveglia suona presto e noi saliamo sul primo taxi disponibile per raggiungere l’aeroporto. Mentre dal finestrino guardiamo lo scenario cambiare intorno a noi, portiamo con noi un’altra splendida tappa e ci lasciamo alle spalle una città unica.

TEL AVIV < PREVIOUS | NEXT > MASADA | MAR MORTO | BETLEMME

INFO UTILI

VOLARE: Con Ryanair si arriva e si parte dall’aeroporto di Ben Gurion. In circa 30/40 min è possibile raggiungere il centro città con un taxi.

DORMIRE: Il costo degli hotel di buona qualità si aggirano sui circa 130/150€ a notte, lo Stay Inn Hotel

MUOVERSI: Le principali attranzioni in città sono raggiungibili a piedi ma alcune distanze sono più lunghe e la metro di superficie è la soluzione più comoda per spostarsi senza troppa fatica.

MANGIARE: In città ci sono numerosi ristoranti di vario tipo, ci sono zone ricche di scelte diverse per tutti i palati. Anche qui, come a Tel Aviv, il costo per un pasto è piuttosto elevato, ma ovviamente ci sono soluzioni più spartane e street-food a buon prezzo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *